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02/12/2023
Previdenza: l’esperto risponde!
1) Sono una dipendente di un’azienda privata, ho 60 anni e 35 anni di contributi posso usufruire dell’ Opzione donna?
Con la legge di bilancio 2024 viene riproposta l’Opzione donna: potranno accedere alla pensione le lavoratrici donne con almeno 35 anni di contributi purché abbiano compiuto 61 anni di età anagrafica, età ridotta di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due; la pensione sarà ricalcolata con il metodo contributivo e restano le restrizioni previste per il 2023; le categorie rimangono le stesse: bisogna essere disoccupate, caregiver o con invalidità del 74%. Pertanto ad oggi ne ha diritto.
2) Sono prossimo alla pensione , vorrei riscattare la laurea, vorrei sapere quanto incide sulla pensione.
Il riscatto del corso di studi universitario permette ai laureati di convertire i loro anni di studio in anni di contribuzione, incidendo così sulla maturazione del diritto alla pensione e sul suo importo. Si consiglia di rivolgersi ai nostri sportelli del Patronato Inas, per una proiezione del relativo calcolo.
3) Sono un lavoratore del pubblico impiego in prossimità della pensione e vorrei riscattare i periodi non coperti da retribuzione, essendo stato assunto a settembre del 1995.
Dato che la possibilità del riscatto agevolato dei periodi contributivi non coperti da retribuzione riguarda chi è assunto dal 1° gennaio 1996, lei non rientra nei requisiti.
4) Sono una lavoratrice che attualmente accudisce la propria madre inferma, posso andare in pensione con l’Ape Sociale?
L’ Ape sociale è stata confermata, ma con alcune modifiche. Il disegno di legge di Bilancio prevede un inasprimento del requisito anagrafico: 63 anni e 5 mesi invece degli attuali 63 anni di età, quindi lei rientra nella lista che comprende disoccupati, invalidi, e lavoratori che assistono persone con handicap.
Preciso, inoltre che viene introdotto il principio della incumulabilità totale con i redditi da lavoro dipendente o autonomo entro un massimo di 5.000 euro.
5) Sono un pensionato del settore privato, le chiedo quando mi sarà adeguata la pensione al valore definitivo dell’inflazione per l’anno 2023
In via eccezionale il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni è anticipato al 1° dicembre 2023, anziché dal 1° gennaio 2024. Il conguaglio comporta l’adeguamento dei trattamenti pensionistici al valore definitivo dell’inflazione pari all’ +8,1% rispetto all’indice provvisorio del +7,3%, riconosciuto in sede di rinnovo a gennaio 2023. Tale valore (+8,1%) rappresenta, dunque, l’indice di perequazione automatica da attribuire alle pensioni, in via definitiva, per l’anno 2023.
Conseguentemente, i trattamenti pensionistici, previdenziali ed assistenziali, verranno assoggettati, da parte dell’INPS, ad un’operazione di conguaglio dello +0,8%, a titolo di differenza di perequazione tra indice definitivo e indice provvisorio (+8,1% - +7,3%) per il 2023.
6) Vorrei andare in pensione con la quota 103, mi può evidenziare le criticità e le restrizioni nella sua applicazione?
Innanzitutto, con la nuova Quota 103 l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e non più con il sistema misto, con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro lordi mensili (1.750 euro netti). Questo tetto rimarrà fino ai 67 anni, età del pensionamento di vecchiaia, poi l’assegno diventerà pieno: dunque, per più anni, a seconda dell’età di partenza, ci sarà un taglio mensile non recuperabile. Inoltre, le finestre di attesa si allungano di 7 mesi per i privati e 9 mesi per i pubblici.