RLSNOTIZIE FNP ER
25/07/2018
RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 25/7/2018
Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi
Pensioni, no di Strasburgo alla class action di diecimila italiani
contro il decreto Poletti
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha definito "irricevibile" il ricorso di 10.059 pensionati italiani contro il decreto Poletti del maggio 2015, che ha riguardato la perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013. Secondo la Corte con sede a Strasburgo il decreto non ha violato i diritti dei pensionati. Nel meccanismo che accompagna la sentenza si legge che "la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 l'impatto negativo delle disposizioni criticate, che è nullo per le pensioni inferiori a circa 1.500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3.000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013". Nella loro decisione, che dunque è definitiva, i giudici di Strasburgo affermano che le misure prese dal governo e dal legislatore non violano i diritti dei pensionati.
La vicenda nasceva dalla norma del Salva Italia del 2011 che aveva bloccato - per il 2012 e il 2013 - l'adeguamento automatico all'inflazione delle pensioni con un importo mensile di tre volte superiore al minimo Inps (circa 1.450 euro lordi). La norma era stata bocciata dalla Corte costituzionale e il ministro del Lavoro Poletti, nella stagione del governo Renzi, aveva varato un decreto. Stabilendo una restituzione della rivalutazione, ma non totale per tutti. Il 100% è stato previsto solo per le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps; a quelle da 3 a 4 volte è stato concesso il 40%, che scende al 20% per gli assegni superiori di 4-5 volte il minimo, e al 10% per quelli tra 5-6 volte. Chi percepisce una pensione superiore a 6 volte il minimo Inps è stato escluso dalla restituzione. Un meccanismo che già per la Consulta italiana era legittimo.
I pensionati ricorrenti a Strasburgo sostenevano che il provvedimento avrebbe "prodotto un'ingerenza immediata sulle loro pensioni per il 2012 e 2013 e permanente per effetto del blocco sulle rivalutazioni successive".
Inoltre, secondo i ricorrenti, la misura "non ha perseguito l'interesse generale, è sproporzionata" e avrebbe violato il loro diritto alla proprietà.
La Corte di Strasburgo ha dato loro torto. Nella decisione d'inammissibilità i giudici sostengono che la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni è stata introdotta per proteggere l'interesse generale. In particolare per "proteggere il livello minimo di prestazioni sociali e garantire allo stesso tempo la tenuta del sistema sociale per le generazioni future", e questo in un periodo "in cui la situazione economica italiana era particolarmente difficile". In secondo luogo la Corte osserva che "gli effetti della riforma del meccanismo di perequazione sulle pensioni dei ricorrenti non sono a un livello tale da esporli a delle difficoltà di sussistenza incompatibili con quanto prescritto dalla convenzione europea dei diritti umani".
E-R. Reddito di solidarietà già erogato a 8mila famiglie
Sono circa 8mila i nuclei familiari che possono contare sul RES. Una analisi sull'attuazione della misura è contenuta nel rapporto di monitoraggio realizzato dall'Università di Modena e Reggio Emilia, sulla base dei dati disponibili nel sistema informativo regionale e ricompresi fra il settembre 2017 e il maggio 2018. In questo periodo, e quindi in poco più di 8 mesi di operatività, le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza per ricevere il Reddito di solidarietà sono state complessivamente 21.238, 625 alla settimana, su una popolazione residente di 1.997.372 nuclei familiari. Di queste, le richieste sulle quali l'Inps sta verificando i requisiti richiesti sono oltre 12.700.~ A maggio scorso, i nuclei familiari già ammessi al contributo erano 6.223, ai quali si aggiungono i 494 che usufruiscono della misura nazionale. Le domande respinte sono state 1.809, con un tasso di rigetto per entrambe le misure del 21%. A livello territoriale, nella provincia di Bologna sono stati 1.792 i nuclei familiari ad aver già ottenuto il RES, 896 in quella di Modena, poi Reggio Emilia (591), Ravenna (552), Ferrara (524), Parma (598), Rimini (496), Forlì-Cesena (514) e Piacenza (323). Tutti i territori sono dunque attivi e impegnati nel contrasto alla povertà assoluta.
La misura da giugno ha cambiato le regole d'accesso per integrarsi con la misura nazionale del REI, divenuta dal 1° giugno universale.
ER: Più regole per case famiglia, accordo sindacati-Regione
Più regole per le case famiglia in Emilia-Romagna dopo i casi di maltrattamenti emersi. Lo prevede un accordo regionale per i regolamenti locali sulle case famiglia sottoscritto da Regione Emilia-Romagna, Cgil, Cisl, Uil e rispettive categorie dei pensionati. Queste strutture sono in costante crescita, in ER sono circa 500 e riguardano circa 2.700 persone. Da qui nasce la necessità di regolamentare un ambito di servizi privati e stabilire modalità di controllo più accurate, soprattutto dopo che alcune case famiglia hanno evidenziato abusi e maltrattamenti perpetrati nei confronti degli ospiti. Le case famiglia sono strutture di iniziativa privata che non necessitano di particolari autorizzazioni potendo accogliere fino ad un massimo di sei ospiti autosufficienti o lievemente non-autosufficienti. "Siamo soddisfatti dell'accordo raggiunto –dice Loris Cavalletti, responsabile pensionati Cisl ER- perché queste linee guida regionali fissano alcuni principi essenziali e dettano regole omogenee in tutti i territori, qualità e sicurezza del servizio prestato agli ospiti, rafforzo dei controlli, promuovendo anche una lista di qualità delle case famiglia a tutela di ospiti, famigliari ed operatori, così da valorizzare le buone esperienze ed evitare fenomeni di maltrattamento". Infine, un sistema informativo aggiornerà periodicamente l'anagrafe regionale delle case famiglia, in modo tale da avere un quadro aggiornato e trasparente a tutela della qualità delle strutture, ma soprattutto degli ospiti anziani e disabili. I controlli saranno effettuati, per conto dei Comuni, dalle Asl, con il coinvolgimento dei medici di famiglia, mentre le case famiglia saranno inserite nella rete dei servizi socio-sanitari regionali.
‘Corti di lunga vita': concorso per cortometraggi sull'anzianità
Sperimentiamo la gioia, la piena soddisfazione dell'animo, uno stato di grande allegrezza, un'emozione intensa che ci pervade. Ma cosa produce questo sentimento, da cosa ha origine ? L'Associazione 50&Più lancia la seconda edizione del concorso Corti di Lunga Vita, dal tema “Viaggio all'origine della gioia”. In una società asfittica ed egoista, segnata da relazioni difficili e conflittualità, c'è ancora la possibilità di ritagliare istanti e momenti di gioia ?
La gioia quella vera, che tocca fin nel profondo e pervade lo spirito, quella che contagia e s'irradia nel mondo circostante, facendo fare un salto dall'io al noi.
Le opere che parteciperanno al concorso dovranno fare espressamente riferimento all'anzianità o all'invecchiamento. La partecipazione è aperta a tutti, senza vincoli di nazionalità, età o professione. Le opere dovranno avere una durata inderogabilmente uguale o inferiore ai 7 minuti, comprensivi di titoli di testa e coda. I cortometraggi dovranno essere inediti o editi, purché realizzati e/o trasmessi dopo il 1° luglio 2017. La giuria tecnica sarà presieduta da Pupi Avati e assegnerà tre premi in denaro, rispettivamente di 2.000, 1.000 e 500 euro. Il concorso prevede anche un Premio 50&Più, riservato agli iscritti all'Associazione e alle 50&Più provinciali. Il premio in denaro, del valore di 2.000 euro, verrà assegnato da una giuria composta dalle 50&Più provinciali che valuteranno le opere pre-selezionate dal Centro Studi. Tutte le opere selezionate per la valutazione finale saranno visibili su www.cortidilungavita.it. La partecipazione al concorso è gratuita. Le opere dovranno pervenire entro il 13 ottobre. Per info,www.cortidilungavita.it; Tel. 06 5882587,
Bo: riparte il Percorso Completo dell'Università del volontariato
Sono aperte le iscrizioni al Percorso didattico completo 2018/2019 dell'Università del volontariato di Bologna, promossa dal Centro Servizi per il volontariato di Bologna in rete con numerosi partner.~Il percorso partirà in novembre e sarà così strutturato: -3 CORSI BASE obbligatori che si concentrano sulle competenze motivazionali, relazionali, organizzative, di comunicazione interna ed esterna. - 3 CORSI SPECIALISTICI e 1 SEMINARIO da scegliere nell'Offerta formativa per una formazione specialistica. 1 STAGE di 20 ore da realizzare presso la propria Organizzazione o presso altri Enti di Terzo Settore. - 1 PERCORSO DI VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE acquisite con la formazione e attraverso l'esperienza di volontariato. A conclusione del Percorso Didattico Completo i partecipanti otterranno così il Libretto delle competenze del Volontario. I corsi si terranno in orario serale o tardo pomeridiano, in modo di dare la possibilità di partecipare anche a chi lavora. Info e iscrizioni sul sito di Volabo.
Cassazione: divorzio, assegno da calcolare oltre che sul tenore di vita anche sul contributo dell'ex coniuge.
Il contributo andrà quantificato in relazione a potenzialità reddituali future, durata del matrimonio ed età dell'avente diritto. Infatti, la Cassazione nello stabilire l'assegno di divorzio «si deve adottare un criterio composito» che tenga conto «delle rispettive condizioni economico-patrimoniali» e «dia particolare rilievo al contributo fornito dall'ex coniuge» al «patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all'età». Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione sciogliendo un conflitto di giurisprudenza dopo che la sentenza Grilli aveva escluso il parametro del «tenore di vita».