RLS Notizie Emilia-Romagna del 20 settembre 2018

RLSNOTIZIE FNP ER

20/09/2018



a cura di Ileana Rossi Uff.Stampa FNP ER

RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 20/9/2018
Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi


Pensioni – Ganga (Cisl): Si riparla di quota 100 - necessario incontro con parti sociali per maggiori chiarimenti

Ufficio stampa Cisl – Roma settembre 2018 – “In tema di pensioni da alcuni giorni si riparla di quota 100, mentre quota 41 sembra sparita e il Ministro Tria afferma che, in ogni caso, le riforme saranno graduali. La Cisl vorrebbe sapere in concreto come intende muoversi il “governo del cambiamento” in materia previdenziale perché il tempo ormai stringe”. – Lo ha detto il Segretario confederale Ignazio Ganga, commentando le notizie stampa diffuse oggi in cui sembra confermato che quota 100 significherà 64 anni di età e almeno 36 anni di contributi. “Ci chiediamo a questo punto – sottolinea Ganga - che fine faranno coloro che trovandosi in determinate categorie disagiate, con 63 anni potevano accedere all'Ape sociale; dal dibattito in corso sembrerebbe prospettarsi un "Fondo esuberi" sull'esempio del settore bancario, ma dobbiamo ricordare che il mondo produttivo italiano è fatto per la maggior parte di piccole e piccolissime imprese per le quali i modelli di tutela riservati a quelle più grandi, sono difficilmente replicabili in modo automatico.
“La Cisl, unitariamente alle altre Confederazioni sindacali, ha chiesto da tempo un incontro al Governo per potersi confrontare su questi temi e dare un contributo fondato sull'esperienza delle parti sociali, utile a non vanificare il percorso messo in atto in questi anni in materia previdenziale e capace di restituire ai lavoratori la possibilità di scegliere quando andare in pensione, quindi aumentare la flessibilità delle scelte individuali, proseguendo sulla strada del riconoscimento della differenza dei lavori ai fini pensionistici, tenendo anche conto dei giovani, più scoperti sotto il profilo previdenziale. Non va dimenticato inoltre che sono attese dal Governo rinnovate misure perequative delle pensioni in essere. Il nostro auspicio è che la nostra richiesta venga accolta al più presto", ha concluso Ignazio Ganga.
Pensioni, ecco idee e contraddizioni grillesche di Luigi Di Maio di Giuliano Cazzola
La tensione tra M5S e Lega sulle pensioni
La mia stima in Brambilla è aumentata in questi mesi, perché, come un nuovo ‘'piccolo eroe di Harlem'' ha avuto il coraggio di infilare il dito nella crepa maligna della muraglia per scongiurare che essa cedesse di schianto sotto la pressione delle ondate demagogiche sollevate dai caporioni della maggioranza giallo-verde e mandate a schiantarsi contro la sgangherata diga dei conti pubblici. Non sono in grado di sapere fino a che punto le sue posizioni avessero ispirato le politiche della Lega in materia di pensioni. Certo, a stare alle smentite ricevute, è difficile attribuirgli quel ruolo di decisore che lui stesso ha lasciato intendere d'avere.
Le critiche di Brambilla al piano penta stellato
A meno che Brambilla non sia come quegli agenti speciali incaricati, nelle spy story, di missioni pericolose, ma abbandonati a se stessi nel caso che il controspionaggio nemico li abbia individuati. Anche in queste ultime ore, il nostro ha ribadito le sue critiche alla c.d. pensione di cittadinanza, incassando un ‘'Brambilla esprime un'opinione personale'' da parte di Giggino Di Maio: una considerazione che si porta appresso un possibile veto del capo politico del M5S nei confronti di una eventuale candidatura dello stesso Brambilla alla presidenza dell'Inps quando scadrà il mandato di Tito Boeri.
Il nodo della pensione di cittadinanza
Eppure, dal palco delle ‘'giornate del lavoro'' della Cgil, a una domanda sulla proposta della pensione di cittadinanza, Brambilla – suscitando la reazione immediata di Di Maio – si è dichiarato “totalmente contrario”: “Se fossi un artigiano, un commerciante, un imprenditore – ha aggiunto – non verserei più, tanto se poi devo prendere 780 euro… Spacchiamo il sistema”. Tutto ciò premesso, sarebbe opportuno che gli strateghi grillini facessero un po' di chiarezza sulla platea che vorrebbero coinvolgere nella sciagurata operazione che loro propongono. Innanzi tutto, c'è una significativa differenza tra pensioni e pensionati: le prime sono in numero assai maggiore dei secondi. E' quindi plausibile che il nuovo livello di prestazione sia ragguagliato ai pensionati il cui trattamento (anche nel caso che percepiscano più pensioni) sia inferiore a quel livello.
I numeri e le contraddizioni
Per chiarire il concetto bastano due cifre: le pensioni fino ad una volta il minimo sono 8 milioni (su 23 milioni previdenziali ed assistenziali in totale); i pensionati sono 2,2 milioni (su 16,3 milioni). Ma c'è un altro aspetto da chiarire; pure esso ha un mastodontico effetto sulle finanze pubbliche. La Corte dei Conti ha calcolato che dei 3 milioni e 318 mila pensioni integrate al minimo 493 mila pensioni sono assistite anche da maggiorazione sociale mentre 2,8 milioni sono integrate al minimo ma non beneficiano di maggiorazione. Le maggiorazioni sociali vengono riconosciute a persone in condizione di disagio che dispongono solo del reddito da pensione.
Che cosa dicono i dati dell'Osservatorio Inps
I dati dell'Osservatorio Inps indicano che il numero delle pensioni integrate al minimo si è ridotto dagli oltre i 5 milioni dei primi anni 2000 a poco più di 3 milioni del 2018; l'importo medio dell'integrazione rappresenta il 43% del valore complessivo della pensione media percepita dai beneficiari di integrazione, pari a 498 euro mensili. Nel 2002 è stato previsto che ai titolari di pensione di importo non superiore al trattamento minimo sia corrisposto un ammontare aggiuntivo da erogare a dicembre. Tale prestazione viene corrisposta se il reddito personale del pensionato non sia superiore a una volta e mezzo l'importo del trattamento minimo e, nel caso in cui sia coniugato, oltre a questa condizione, se il reddito complessivo dei coniugi non sia superiore a tre volte l'importo del trattamento minimo.
Le maggiorazioni
Il numero delle pensioni previdenziali che godono di maggiorazioni è passato da circa 900 mila dei primi anni 2.000 a 450 mila circa nel 2018, con un importo medio mensile complessivo pensionistico pari a 609 euro: la maggiorazione pesa su questo importo circa per il 20%. Questi pochi dati dimostrano che i costi dell'operazione pensione di cittadinanza possono variare in misura notevole a seconda della platea che si intende tutelare. Il percorso che porta ad individuare i casi più disagiati è tracciato da tempo (si pensi al milione di lire di Berlusconi che andò ad una platea selezionata e sotto forma di maggiorazione sociale). Ma quando si pretende di garantire (a pochi o a tanti) un trattamento minimo sostanzialmente superiore alla media delle pensioni di vecchiaia sorrette da almeno 20 anni di contributi ed erogate a 67 anni di età, si rischia – come sostiene Brambilla – di ‘'spaccare'' il sistema.
Pensioni d'oro, «taglio» sopra i 4.500 euro. Cosa accadrà di Nicoletta Cottone (il Sole 24ore)

Saranno ricalcolati con il metodo contributivo i trattamenti pensionistici superiori a 4.500 euro mensili (finora si era parlato di 4mila). La proposta targata M5s-Lega, che sarà all'esame della commissione Lavoro della Camera dalla prossima settimana, propone infatti un meccanismo di ricalcolo per le cosiddette pensioni d'oro: sarà ricalcolata la quota retributiva delle pensioni e dei vitalizi di importo complessivo pari o superiore alla soglia di 90mila euro lordi annui. E le risorse liberate saranno destinate alle pensioni di cittadinanza (integrazione delle pensioni minime e delle pensioni sociali). I trattamenti che oggi si attestano intorno ai 450 euro mensili saranno portati a quota 780 euro. I tagli partiranno dal primo gennaio 2019. «È un segnale importante nella nostra lotta agli sprechi - ha sottolineato la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Maria Pallini - si tratta di una misura necessaria per ristabilire il giusto equilibrio tra contributi versati e pensione ricevuta: non verrà dato nemmeno un euro in più di quello che è dovuto a ciascuno di questi pensionati». «Correttivo improntato a ragioni solidaristiche» «Le misure introdotte - si legge nella proposta di legge C1071, primo firmatario Francesco D'Uva del M5S e secondo firmatario Riccardo Molinari della Lega - derivano dall'evidente necessità di apportare al settore pensionistico un correttivo improntato a ragioni solidaristiche e di equità sociale, ancor più urgente nell'attuale fase socio-economica del Paese». In dodici pagine, sette articoli e due tabelle (anno di decorrenza, età e coefficienti di trasformazione) viene indicato il percorso di ricalcolo. È illustrata la formula economica di calcolo che individua la riduzione della quota retributiva delle pensioni tagliate, che sarà differenziata in base alla decorrenza del trattamento pensionistico e all'età al momento dell'inizio della decorrenza della pensione. Il testo esamina varie casistiche per il ricalcolo: le pensioni con decorrenza anteriore al 1° gennaio 2019, i trattamenti anteriori al 1° gennaio 1996, i pensionamenti in età inferiore ai 57 anni. Taglio alle pensioni d'oro e aumento degli assegni sociali: perché i conti non tornano. Sotto la mannaia anche le pensioni degli organi costituzionali Il testo prevede che il meccanismo di ricalcolo si applichi anche a organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, vale a dire il Quirinale, Parlamento, Governo, Corte costituzionale, Corte dei Conti, Consiglio di Stato, Consiglio Superiore della magistratura, Consiglio Nazionale dell'economia e del lavoro. Le misure devono essere recepite entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. Il Fondo risparmio Presso il ministero del lavoro viene istituito un Fondo risparmio nel quale confluiranno i risparmi derivanti dal ricalcolo. Sarà un decreto Lavoro/Economia a stabilire le modalità di attuazione e di gestione del Fondo, nonché la destinazione degli aumenti alle pensioni minime e sociali fino alla capienza dei risparmi ottenuti. La clausola di salvaguardia È anche prevista una clausola di salvaguardia, come correttivo agli effetti di applicazione del ricalcolo, «in assenza della quale la riduzione della quota contributiva potrebbe portare l'ammontare dei trattamenti pensionistici o degli assegni vitalizi incisi al di sotto di altri trattamenti» la cui cifra complessiva netta mensile sia di poco al di sotto dei 4.500 euro netti mensili. Il taglio ai sindacalisti Un articolo rimedia alla disparità di trattamento riportando a un regime di equità l'applicazione del calcolo della base imponibile a fini pensionistici, attualmente più favorevole ai lavoratori delle organizzazioni sindacali.
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Nessun ricalcolo per invalidi, inabili e trattamenti ai superstiti di vittime del dovere o di azioni terroristiche L'articolo 6 esclude dall'applicazione del ricalcolo soggetti svantaggiati per la loro condizione di invalidità o inabilità o trattamenti ai superstiti di vittime del dovere o di azioni terroristiche. L'entrata in vigore è prevista per il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Pensione invalidità ai soli residenti in Italia.

Niente pensione di invalidità a chi non risiede nello Stato membro, i chiarimenti della Cassazione sulla cosiddetta inesportabilità delle prestazioni speciali non aventi carattere contributivo.

Fisco. L'analisi Irpef 2016 dimostra la penalizzazione del ceto medio.

Il 45% dei contribuenti italiani paga il 2,82% di Irpef, mentre il 12% ne paga oltre il 57%: è il dato macroscopico che emerge dall'indagine conoscitiva “Dichiarazione dei redditi ai fini Irpef 2016 per importi, tipologia di contribuenti e territori e analisi Irap” realizzata da Itinerari Previdenziali e presentata al Cnel. Da un lato c'è l'eccessiva pressione fiscale sui redditi medio-alti, l'evasione e l'elusione fiscale, il proliferare di detrazioni e agevolazioni fiscali, dall'altro le difficoltà di reperire le risorse necessarie a mantenere gli attuali livelli di welfare. Segue che se non si interviene in modo tempestivo ed organico non si troveranno più le risorse necessarie a finanziare l'assistenza sociale, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita. Se le risorse per il welfare sono sempre meno, queste sono sempre più prelevate dove è più facile reperirle: nel lavoro dipendente e nelle pensioni in cui i redditi dichiarati sono certificati dal sostituto d'imposta. Un sistema perverso, che 'incentiva' a dichiarare il meno possibile per versare meno tasse e godere di più servizi sociali legati al reddito, ma che colpisce in modo progressivo stipendi e pensioni medio-alte impoverendo il ceto medio livellandone verso il basso il tenore di vita. A questo si aggiunge l'ulteriore provvedimento 'punitivo', mascherato da intervento di equità, come quello sulle cosiddette 'pensioni d'oro', trascurando il vero 'tesoro': i 130 mld di evasione fiscale, con un mancato gettito di oltre 30 mld l'anno.~ Dai documenti di 'Aci, Agenzia delle Entrate e del Registro navale si evince che: le autovetture di grossa cilindrata (oltre i 2.500 cv) sono quasi 1,5 mln; almeno 1 mln italiani soggiorna ogni anno negli alberghi a 5 stelle e di lusso; le abitazioni di pregio, iscritte nei registri catastali superano i 2 milioni; nelle capitanerie di porto risultano iscritte 80mila imbarcazioni di almeno 10 metri di lunghezza. Ciò evidenzia il divario tra gli indici del tenore di vita ed i dati del fisco. Resta, secondo l'indagine, che un Paese rassegnato, non certo da G7, che punta alla cosiddetta classe media, costretta a pagare più tasse per sopperire alla massa che non le paga. «Se si vuole mantenere un welfare che possa garantire anche in futuro la coesione sociale e la copertura dei più deboli - chiosa Alberto Brambilla, presidente di ‘Itinerari previdenziali' - è fondamentale affiancare a un serrato controllo della spesa assistenziale anche un accorto monitoraggio delle entrate fiscali e segnatamente dell'Irpef”

 

Cassazione: Agevolazione prima casa anche a chi la possiede se inidonea
L'agevolazione «prima casa» compe-te anche a chi abbia già, nel medesimo Comune, la proprietà di un'altra casa che sia però inidonea all'uso abitativo in quanto locata a terzi (a meno che si tratti di una locazione preordinata a consentire un abusivo avvalimento dell'agevolazione). Più in generale, non è di ostacolo all'applicazione dell'agevolazione il possesso di un'altra casa, ubicata nel-lo stesso Comune, quando essa sia inidonea ad essere adibita ad abita-zione, sia per ragioni soggettive che per ragioni oggettive, dovendosi comprendere, tra queste ultime, an-che quelle derivanti da impedimenti di natura giuridica (quale un diritto di godimento, derivante da un contratto di locazione). Così ha deciso la Cassazio-ne, nell'ordinanza 19989/2018. pubblicata il 27 luglio u.s. Il tema è quello dell'impossidenza: vale a dire dell'avvalimento dell'age-volazione da parte di chi già abbia, nel medesimo Comune, la proprietà di un'altra abitazione. Stando al tenore letterale della legge, in tal caso l'agevolazione sarebbe impedita. Il prevalente orientamento della Cassazione (non privo di scossoni, ma che dun-que si consolida) ritiene che il concet-to di casa «preposseduta» debba venir letto come casa idonea ad essere abitata, con la conseguenza che, quando vi sia l'inidoneità della casa a tale funzione, il contribuente che ne sia proprietario può acquistare con l'agevolazione un'altra abitazione. Nella suddetta sentenza si afferma: una casa non è una casa, se essa non è idonea per un utilizzo abitativo; e quindi il prepossesso di una casa idonea nel medesimo Comune non impedisce l'agevolazione (a meno che la casa preposseduta sia stata, a sua volta, acquistata con l'agevolazione); l'inidoneità può essere conseguen-te sia a fattori soggettivi (come l'allargamento della famiglia) che a fattori oggettivi (come l'inagibiIità della casa) di qualsiasi natura e specie e, tra questi, è compreso anche il fattore dell'inidoneità giuridica e cioè che, ad esempio, la casa preposseduta sia indisponibile per la sussistenza di un altrui diritto dì godimento, come quello derivante da un contratto di locazione, senza che abbia rilevanza il carattere temporaneo del diritto di godimento del conduttore.


Cassazione: divorzio, assegno da calcolare oltre che sul tenore di vita anche sul contributo dell'ex coniuge.
Reintrodotto il parametro cancellato dalla sentenza Grilli: il contributo andrà quantificato in relazione a potenzialità reddituali future, durata del matrimonio ed età dell'avente diritto. Cassazione: Nello stabilire l'assegno di divorzio “si deve adottare un criterio composito” che tenga conto «delle rispettive condizioni economico-patrimoniali” e “dia particolare rilievo al contributo fornito dall'ex coniuge” al “patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all'età”. Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione sciogliendo un conflitto di giurisprudenza dopo che la sentenza Grilli aveva escluso il parametro del “tenore di vita”.


Genova: visita solidale della Fnp EmiliaRomagna

Venerdi 7 settembre 2018 si è svolta a Genova presso la sede Fnp-Cisl Liguria, una riunione dei segretari regionali e territoriali, di Liguria ed Emilia Romagna.~Atto di solidarietà verso una Liguria colpita, discussione sul tesseramento ed elaborazione di una strategia che conduca al consolidamento del Welfare ed alla salvaguardia del sistema pensionistico. “Siamo molto contenti di questa iniziativa –afferma Gianfranco Lagostena, segretario generale Fnp Liguria- perché testimonia la solidarietà della Fnp Emilia-Romagna verso i genovesi colpiti dalla tragedia del ponte Morandi. E' una solidarietà tangibile, che conferma essere la solidarietà una componente della vita degli emiliano-romagnoli. E' un incontro importante –osserva Lagostena- due territori si incontrano per discutere dei problemi che riguardano la categoria dei pensionati, in previsione del prossimo esecutivo nazionale”. Per Loris Cavalletti, segretario generale Fnp Emilia-Romagna- “è nostro dovere essere vicini agli amici della Fnp Liguria in questo momento difficile, in cui dopo la tragedia bisogna andare avanti e pensare alla ricostruzione, del ponte ma soprattutto a sanare le ferite subite dalla popolazione. Parlare insieme dei problemi della categoria e del tesseramento, a Genova, è il primo passo su questa strada “.


Bologna. ‘Salut over': incontri di prevenzione per anziani

Otto incontri di prevenzione per un corretto stile di vita, gratuiti ed aperti alla cittadinanza. Si svolgeranno ogni settimana alla casa della salute Navile, in via Svampa 8 alle ore 18,30. L'iniziativa ‘salut over, diamo salute agli anni' è organizzata da Fnp, Anteas e Cisl dell'Area metropolitana bolognese in collaborazione con l'Ausl di Bologna e l'equipe di medici e specialisti guidati dal professor Giulio Marchesini, direttore di Malattie del metabolismo e dietetica clinica del Sant'Orsola Malpighi. Obiettivo di ‘Salut over' è far conoscere buone prasi e sani stili di vita.

Luzzara (RE): l'impegno di Anteas per una cittadina più bella
“E' una Luzzara più bella e ricca di welfare quella che, da quasi un anno, vede al lavoro una decina di volontari di Anteas (l'associazione nazionale tutte le età attive per la solidarietà promossa dalla Fnp e dalla Cisl) a servizio della comunità tutta e dei nuovi bisogni delle persone”. Sono le parole di William Ballotta, responsabile Cisl Emilia Centrale nel commentare il progetto “Comunità in ascolto: accorciamo le distanze”, realizzato attraverso “un vero e proprio sportello per le persone”. “Da sempre come associazione –spiega Giuseppe Polichetti, presidente Anteas Emilia Centrale – ci attiviamo per un coinvolgimento della comunità nelle sue eccellenze e nel rigenerare reti amicali, il progetto nel territorio di Luzzara centra questo obiettivo”. “Ci eravamo resi conto –afferma Doris Salardi, coordinatrice del progetto– che la cosiddetta fascia grigia di persone in difficoltà, senza lavoro, se non addirittura vittime di violenza era in aumento. Da qui il progetto, “concretizzata con un vero e proprio sportello alle persone”, finanziato dalla Fondazione Manodori, che ha per capofila il Comune di Quattro Castella insieme ai Comuni di Correggio, Scandiano, la Cooperativa sociale Pangea, e con partner la stessa Anteas, in partecipazione col Comune di Luzzara. Qui, presso il polo sanitario di via Filippini 65, di fianco al Cup, il lunedì, martedì e giovedì, dalle 9 alle 12, “le persone, garantite da riservatezza e anonimato, possono chiedere aiuto per le principali difficoltà sociali che devono affrontare”. Pubblicizzata l'iniziativa solo con passaparola, volantinaggio o segnalazione diretta, ha visto i volontari dividersi i compiti a seconda delle rispettive competenze: pianeta anziani, lavoro, donne in difficoltà, volontariato e servizi.


La partita (persa) dell'informazione al tempo dei social
Per capire almeno cosa accade intorno a noi, più che sperare in un recupero della carta stampata e dei telegiornali tradizionali, conviene diventare più o meno esperti dei flussi di notizie che viaggiano in rete. Il cambiamento in atto delle dinamiche della comunicazione –o meglio, dell'info/comunicazione – impone all'attenzione un teatrino sempre più pressante, invadente, disorientante. Non si capisce chi rincorre che cosa: le notizie i giornalisti o i giornalisti le notizie. Nelle nuove e tante “fabbriche” delle notizie si impara ad approfittare del potere di disintermediazione acquisito dai social network e della sempre più agevole opportunità di forzare quello che un tempo era il “cancello” inviolabile di ogni redazione: la porta stretta attraverso cui valutare fatti (o non fatti) da diventare notizie (da una semplice breve di cronaca ad un'apertura di pagina con richiamo in prima). Oggi c'è il continuo aggiramento delle redazioni che, però, vengono corteggiate (per non dire peggio) attraverso canali diretti e personali attraverso i quali si preannunciano dirette su Facebook o tweet “importantissimi”. Insomma, nel gioco delle fonti sono proprio quest'ultime a stabilire in forza del nuovo potere acquisito –almeno nella fase iniziale della pubblicizzazione della notizia– tempi e modi dell'interazione con il circuito degli organi d'informazione. La novità che ha generato il cambiamento riguarda un aspetto fondamentale del rapporto fonti/redazioni: il pallino non è più in mano soltanto a giornali e giornalisti. Al contrario: essi devono confrontarsi minuto per minuto con il flusso ininterrotto dei social che da un momento all'altro possono riservare qualche notizia destinata a diventare la prima notizia del telegiornale o del giornale. Il potere di vita o di morte su un fatto o un non fatto non è più un'esclusiva di quanti lo hanno detenuto per decenni. In teoria, dovrebbe essere un'evoluzione positiva. La realtà, invece, dimostra che la “manipolazione” dell'opinione pubblica è un esercizio professionale che è diventato –pur nella sua complessità– più semplice. Addirittura la compravendita dei profili degli utenti dei social consente di influenzare il momento fondante di una democrazia che si configura nel voto ~che dovrebbe essere libero ed incondizionato dei cittadini. Cosa accade a giornali e giornalisti? Quale reazione viene messa in campo o non viene messa in campo? Invece di lavorare duramente sull'unico versante che può consentire di mantenere in piedi il rapporto fiduciario con il lettore/utente finale e, quindi, di conservare o preservare il proprio spazio di mercato – il versante dell'attendibilità, della certezza e della verifica fino allo spasimo di ogni riga pubblicata –scelgono di “scavalcare” i social, di diventare un social dei social, di scimmiottare il tempo reale, di assumere i connotati di un gigantesco buco della serratura e di cimentarsi nel ruolo precario di gossip dei gossip. Così la politica diventa un colossale racconto della micro-quotidianità, una rincorsa al dietro-le quinte e al retroscena (ormai il retro scenista è una delle più importanti star di una testata giornalistica), una rissa stucchevole. Quindi, per capire che cosa succede intorno è veramente ineludibile la lettura dei quotidiani e la visione della tv generalista? Se carta stampata e televisione sono il tentativo maldestro di imitazione dei social e dell'informazione usa e getta reperibile gratis su internet, vale la pena spendere l'euro e passa giornaliero per andarsi a cercare quelle tre o quattro firme che ancora riscuotono fiducia? Triste, ma vero: lo scenario attuale, anche alla luce del rapporto con i lettori più giovani (ma anche molti meno giovani) porta a ritenere che occorre imparare in fretta a decifrare nel migliore dei modi possibili le strategie di info-comunicazione che prendono forma sui social network, così da riconoscere le fake news.